La Rete
Siamo un’equipe di psicologi e psicoterapeuti, specialisti della salute psico-fisica e dei contesti sociali della convivenza, che intendono con “Farsi Rete” costruire canali di comunicazione, di accoglienza, di terapia, di incontro fisico e telematico con ogni cittadino/a che si trovi in un momento di cambiamento e crisi per delle scelte da compiere nella propria vita.
Farsi Rete è orientato a chi risente dello stress sia mentale che emotivo in risposta agli impegni o ai compiti da svolgere nel proprio privato (funzioni genitoriali, rapporto di coppia e relazioni famigliari) e nel proprio lavoro.
Ci rivolgiamo a chi sperimenta un senso di insoddisfazione, di alienazione, così come un distanziamento dalle occasioni sociali in cui si desidererebbe sentire di far parte di un tutto o di una comunità viva che conta.


Il nome Farsi Rete, ha per noi un significato ben preciso.
Non si rifà al costrutto tecnologico usato dai mezzi di comunicazione digitali.
La rete la immaginiamo come un insieme di cuori e di aneliti che si riconoscono nelle persone desideranti che vivono la loro vita nella “presenza”.
La presenza è uno stato della mente, diremmo della coscienza, che può percepire ampiamente, ma in modo preciso, essenziale ed emozionato ciò che succede nell’ “ora”, nel mondo o all’altra persona che è di fronte o affianco, spingendo o sostenendo un’iniziativa, un muoversi verso, per offrire una corrispondenza empatica di consonanza e riconoscimento o sostegno solidale.
Si invita ciascuno che voglia unirsi a questo progetto, a farsi rete, snodo, uomo e donna solidale che si rende “prossimo” verso tutti, e fonte di luce e speranza verso chi si riconosce essere nelle difficoltà della propria esistenza, sul piano psicologico, fisico e relazionale sociale.
"A volte il contatto interpersonale avviene attraverso un battito di ciglia, una brillantezza dello sguardo, un tocco gentile, o un ascolto profondo e attento che si coglie nell'incontrare lo sguardo dell'altro. Tale contatto, spesso carico emotivamente, rivela il bisogno relazionale sensitivo tra i soggetti che desiderano vivere un rapporto di scambio" - ("Il momento presente", 2004, Daniel Stern)

In questo contatto, scorgiamo il bisogno di comunicare, di sostenerci reciprocamente e di procurarci delle occasioni di bene.
Sentirsi legati da interessi comuni o dai medesimi problemi che il mondo e la vita quotidiana ci procurano, sfida attualmente il senso di solitudine così dilagante.
IN OGNI CASO LA RETE CHE VOGLIAMO COSTRUIRE E’ GENERATA E SOSTENUTA PROPRIO DALLE PERSONE CHE FANNO DELL’ESPERIENZA DELLA “PRESENZA” UNA QUALITA’ UMANA E PSICOLOGICA CHE CREA “CONTATTO” RIGENERANTE.
IL FARSI RETE PERSONALMENTE PROMUOVE UNA BUONA RELAZIONALITÀ, UNA BUONA COMUNICAZIONE E VICINANZA SOLIDALE CON L’ALTRO, GLI ALTRI E IL MONDO, SFIDANDO L’EGOISMO E LA SOPRAFFAZIONE.
Farsi Rete, altresì, si propone una finalità di giustizia sociale. Per esempio, rispetto ai servizi socio-sanitari, o alle necessità di supporti per la salute psichica e fisica, guarda alle diseguaglianze tra chi può procurarsi con facilità economica l’accesso da uno specialista, e chi invece deve rinunciarvi.

Lo stile adottato dalle nostre azioni professionali, è quello della “prossimità”: vogliamo ascoltare, accompagnare, orientare le persone con un’opera di informazione sui nuovi principi della salute e del benessere.
Utilizziamo le concezioni dei metodi “relazionali” pro-sociali, non scientisti nè organicisti, quindi mediati dalla collaborazione, dal senso di gratuità e dell’alta professionalità acquisita dagli operatori dell’equipe che si avvalgono delle esperienze maturate da oltre 30 anni di impegni lavorativi nel settore.
L’approccio è nella co-creazione comune di un impegno reciproco per affrontare gli ostacoli, per sentirsi tutti parte di una umanità in cambiamento e solidale che cerca di trovare chiavi di lettura sulle crisi di identità individuali, nonché sulle crisi dei sistemi di convivenza: famiglia, formazione, salute, politica, mondo del lavoro, mondo dell’educazione emotiva delle nuove generazioni.
Essere nello stato di “presenza” con se stessi è la riscoperta del desiderio di maggiore verità che si percepisce dentro di noi rispetto a delle condizioni del mondo che propongono oggi uno stato terminale del pensiero e della creatività, di un “vero e di un falso”, per individuare soluzioni semplici ma originali nel promuovere il benessere degli uomini e delle donne della contemporaneità.
Fermarsi, ascoltarsi, darsi tempo e non usare automatismi reattivi ed emotivi veloci e sregolati, permette la scoperta di altre risorse nella propria interiorità potenzianti il bene-stare e il bene-dire.
Sostando su tali stati emotivi, promossi e sviluppati da un’interazione sociale interessata e attenta, ci si accorge subito della profondità che ci abita, così come della necessità dell’altro, degli altri, per vivere nella comune partecipazione al bene di tutti e del mondo.